Agosto sta per finire e Settembre è alle porte. Lo trovo un mese un po’ strano, io lo vivo come Gennaio, un mese di inizio, ed essendo mamma, ogni anno coincide con l’inizio di un anno scolastico. In realtà, per me è l’inizio di molti buoni propositi, anche se, poi, riuscire a mantenerli tutti è la sfida maggiore, e mi ritrovo al Settembre successivo con alcuni obiettivi sempre uguali.
Comunque, Settembre per molti bimbi rappresenta l’inizio della scuola, o asilo nido, inizia così la loro avventura scolastica, e per i genitori probabilmente è il primo distacco dal loro pargolo. E’ un momento molto delicato per tutti, sia per chi decide di optare per l’asilo ritenendolo un luogo necessario per lo sviluppo del piccolo, sia per chi è costretto a mandarlo perché non ha alternative, dovendo lavorare.
Una volte presa la decisione di inserire il piccolo al nido, quindi, il primo consiglio che mi sento di darvi è :
- NESSUN SENSO DI COLPA
I bambini assorbono come spugne le vostre emozioni, e se non trasmettete serenità loro se ne accorgeranno.
Pensate se qualcuno decidesse di portarvi in un posto nuovo, lo vedete preoccupato e all’improvviso vi lascia da soli, di sicuro non vi sentireste a vostro agio.
Quindi, visto che l’asilo E’ LA SCELTA che avete preso abbandonate ogni senso di colpa, e preoccupatevi di preparare al meglio vostro figlio per questa esperienza stimolante.
- PREPARARE I BAMBINI
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Ora parliamo dell’inserimento , il momento cruciale del distacco.
- L’INSERIMENTO- momento delicato, le sue fasi:
E’ arrivato il giorno: siate sereni, calmi e tranquilli, questo è il clima che aiuterà il bimbo. E se vi verrà da piangere, fatelo dopo che vi sarete allontanati, è un momento naturale.
Io, mamma di 3, che ho aperto un mio asilo nido proprio perché amo i bimbi, ovviamente li ho portati da me. Se per i primi due ho sbagliato, perché sono stata quasi sempre presente, da educatrice/mamma, con il terzo ho deciso che avrei fatto solo la mamma. E’ stata durissima, ma ho messo in pratica quanto consigliavo ai genitori, e quando lo lasciavo in lacrime, spesso stavo dietro la porta ad aspettare che smettesse…. il tempo della crisi era davvero minimo, quindi andavo via serena.
Dopo questa premessa bisogna ricordare che l’inserimento è una fase molto delicata ed è da eseguire molto gradualmente.Secondo la Psicanalista e Psicoterapeuta ungherese Margareth Mahler, il processo di integrazione nel nuovo ambiente e separazione dal genitore deve seguire delle tappe precise con i tempi che il bambino richiede, e che spesso sono diversi uno dall’altro. Ecco quali sono:
1. Fase simbiotica
E’ quel momento in cui il bimbo non si stacca dalla vostra gamba, non gli importa quello che succede accanto a loro.E’ come se il bambino e la mamma siano una sola cosa, vive in simbiosi con lei.
2. Differenziazione
E’ la fase in cui il bimbo si guarda con piacere intorno, magari è incuriosito dai giochi nuovi, e vuole esplorarli con la mamma, magari tenendosi per mano.
3. Sperimentazione
Il bambino accetta di giocare e sperimentare, sempre con la mamma vicino. Magari dopo averlo invogliato a giocare, il mio consiglio è di restargli vicino sempre, ma di non giocare con lui, semplicemente di assistere mentre gioca. Magari le maestre si sono già avvicinate e lo coinvolgono in alcune attività.
4. Riavvicinamento
E’ il momento in cui, vista la serenità del genitore, vista la sua presenza, il bambino si stacca da voi e comincia a giocare con gli altri. Ogni tanto capiterà che si accorga di esservi lontano, quindi smetterà di giocare per raggiungervi. Farà rifornimento di coccole e di sicurezza per tornare poi a giocare. All’inizio questo conforto sarà fisico, poi gli basterà solo cercarvi con lo sguardo.
5. Autonomia
Quando il bambino smetterà di cercarvi, vorrà dire che si sentirà sicuro in questo ambiente con le maestre e con gli altri bimbi. Non vi cercherà più perché si percepirà come individuo indipendente, (vi porterà dentro di lui), è pronto per fare le sue esperienze serenamente, si fida delle nuove persone e può restare un po’ di tempo senza di voi.
Lentamente gli intervalli di tempo con voi diminuiranno sempre di più in favore di quelli senza.
Comprendo la difficoltà con i ritmi diversi di tanti bambini, ma l’inserimento è solo un fase iniziale, che se fatta bene e gradualmente, può solo avere effetti positivi non solo nel breve ma anche nel lungo termine.
Cose da non fare per evitare l’angoscia da abbandono!
- NON SALUTARE
Spesso mi sono ritrovata a dover rincorrere il genitore che scompariva senza salutare. Ricordate che così facendo, quando il bambino vi cercherà in ogni angolo e non vi troverà, si sentirà estremamente impaurito e insicuro e difficilmente riuscirà a stare sereno.
- NON SCAPPATE
La scena del bimbo che strilla in braccio alla maestra e del genitore che si tappa orecchie, occhi e anche il cuore, è altrettanto sbagliata. Sì perché è vero che dovete andare a lavorare, ma quei brevi momenti per vivere il distacco gradualmente, saranno solo un beneficio per il vostro piccolo e di conseguenza anche per voi.
! Sicuramente un pianto lo fanno quasi tutti i bimbi, ma deve essere un pianto consolabile dalle maestre, insomma un pianto di sfogo e di tristezza ma non di panico.
QUALCHE ESPERIENZA COME EDUCATRICE
Ho avuto un bimbo che per 2 mesi non voleva assolutamente entrare, e restava nell’ingresso. Aveva 2 anni, capiva molto bene che la mamma andava via e poi ritornava, ma non voleva assolutamente partecipare alle attività. Quello che facevamo noi era di parlargli, fargli vedere cosa avremmo fatto, ma non insistevamo mai troppo. Un giorno, come se avesse acceso l’interruttore, si alzò ed entrò…. aveva deciso che era meglio giocare piuttosto che guardare. Luca, aveva tempi diversi e alla fine ha capito.
Anna non riusciva proprio a staccarsi dalla mamma, andava in ansia ma dopo aver toccato tutte le fasi dell’inserimento, era riuscita a farsi consolare dalla maestra Elena, e quindi con calma accettava di entrare.
Davide aveva il suo gioco preferito, un trenino che si accendeva e iniziava a camminare mettendo nel vagone un pagliaccetto. Solo quando vedeva questo gioco entrava e salutava la mamma.
Sono solo alcuni esempi che mostrano quanto siano diversi i bimbi e come abbiano tutti tempi differenti, che devono essere rispettati sempre.
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